08 aprile 2021

La più bella dichiarazione di fede della Bibbia - 11/04/2021 - II Domenica Di Pasqua


 

«... mentre erano chiuse le porte ...» e otto giorni dopo «... a porte chiuse ...»
Per nostra fortuna non sempre Gesù sta alla porta limitandosi a bussare ("Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" Ap 3,20). A volte entra, ma senza fare irruzione. Non butta giù la porta, neanche la apre: quando ci sa spaventati, bloccati dalla paura, con molta delicatezza, con infinita gentilezza, si fa piú vicino, si fa nostro prossimo.
E subito la sua pace scende in noi. Pace che non è assenza di guerre o di violenze. È molto di più: è la forza dei giusti contro le ingiustizie, è la serenità dentro le persecuzioni, è una vita che da spenta e triste fiorisce e si apre alla pienezza. È da questa pace che viene la gioia.

Ma non ci dona solo la sua presenza. Ci dona molto di più, «soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo"». Su quelle creature chiuse e impaurite soffia quello Spirito che aleggiava sulle acque prima della creazione del mondo (Gen 1,2), quella brezza carezzevole dell'Oreb sul profeta Elia (1Re 19, 12-14), quel vento impetuoso che sconquasserà il Cenacolo (At 2,2).

E sono proprio queste persone impaurite e asserragliate in sé stesse che Gesù manda nel mondo. Li manda così come sono, fragili e lenti nel capire, ma adesso hanno anche la Sua forza, il Suo Spirito, quel suo alito che gonfierà le loro vele e riempirà la loro vita (e anche il mondo) di Dio!
E anche noi siamo mandati così come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, con i nostri limiti e le nostre grandezze, con le nostre paure, le nostre fobie, i nostri sogni e i nostri desideri, ma adesso anche con la Sua forza, con lo Spirito Santo in noi che ci sostiene e ci dona la forza di affrontare le sfide della nostra vita quotidiana.

E non si scandalizza se qualche volta anche noi, come Tommaso, siamo preda dei dubbi, se facciamo fatica a credere. Lui non ci rimprovera, ci avvicina ancora di più, ci tende quelle mani dove l'amore ha inciso una storia meravigliosamente dolce.
E a noi questo gesto è sufficiente. Quando qualcuno ti tende la mano, non ti giudica ma ti incoraggia, ti offre un petto ferito dove riposarti e riprendere fiato, sai che quel qualcuno ha un nome solo: Gesù!

E allora anche noi, con la gioia che trabocca dal cuore, gli diciamo «Mio Signore e mio Dio!».


(At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31)


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