Questo brano, che si colloca a metà del Vangelo di Marco, ne rappresenta il punto di svolta, il cardine attorno a cui ruota tutto questo Vangelo.
Nei capitoli precedenti risuona spesso la domanda "Chi è costui?" a cui vengono date varie risposte, che però non riescono mai ad arrivare alla piena comprensione della persona di Gesù. A questo punto, dopo tanta catechesi, Pietro dà la risposta giusta.
Pietro pensava, con questa risposta, di essere arrivato al traguardo. Non si rendeva conto che invece quella domanda è un punto di partenza.
Dopo tanto stare insieme a Gesù, arriva il momento in cui Lui ti domanda "chi sono io per te?". E a questa domanda non possiamo rispondere con le parole dotte dei teologi o con le belle espressioni dei poeti, e neanche con le frasi fatte. Siamo costretti a rispondere in maniera personale, trovare la risposta mettendo insieme gli scampoli della nostra vita, i nostri balbettii, i nostri gesti goffi e sgraziati.
E ci rendiamo conto che da questo momento inizia la parte più impegnativa della nostra amicizia con Gesù.
Anche nel Vangelo di Marco da questo brano in poi, i miracoli diventeranno sempre più rari, le folle si assottiglieranno e i nemici si faranno sempre più agguerriti e decisi.
Sapere chi è Gesù significa accettare una svolta nella propria vita, accettare di incamminarsi insieme a Lui lungo una strada su cui si allunga l'ombra di una croce.
E allora ci rendiamo conto che con quella domanda Gesù non vuole sapere come la pensiamo, ma vuole farci prendere coscienza se siamo disposti ad accompagnarlo fino in fondo.
È per questo che c'è l'ordine del silenzio. Le parole ricominceranno a partire dal Calvario e dalla luce della mattina di Pasqua. È solo a quella luce che possiamo attraversare l'ombra delle nostre croci quotidiane.
(Is 50,5-9; Sal 114; Giac 2,14-18; Mc 8,27-35)
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