17 febbraio 2022

Chi sono i miei nemici? - 20/2/2022 - VII Domenica tempo ordinario

Il buon Samaritano
Cappella del SS. Sacramento, cattedrale di Santa Maria Reale - Madrid
(p. M. Rupnik s.j.)



«Amate i vostri nemici»
Esortazione molto difficile, che presuppone di sapere chi sono i miei 'nemici', perché per amarli li devo riconoscere, guardare in faccia. E non è sempre facile.

Un primo 'nemico' è l'altro, cioè il diverso, quello che non ha i miei gusti, che non condivide i miei punti di vista. Quello che, senza nessuna cattiva volontà da parte di entrambi, non posso proprio soffrire, con il quale non risulta possibile nessuna intesa.
Poi c'è quello che mi dà sempre contro, che qualsiasi cosa faccia trova sempre motivo di critica. Sembra quasi che faccia apposta a controbattere qualsiasi mia idea o iniziativa. Non mi lascia passare niente.
C'è inoltre quello che davanti è cordiale, sorridente, ma poi, appena mi volto, è subito pronto a pugnalarmi alle spalle, a sparlare di me.
C'è quello sempre pronto ad approfittare, a chiedere favori e piaceri, ma altrettanto veloce a trovare scuse per non contraccambiare se io ho bisogno di qualcosa.
C'è quello che di proposito mi fa del male con la calunnia, l'insinuazione pesante. Quello che prova piacere quando riesce ad umiliarmi.

Sono tutti questi i nemici (e tanti altri ancora) che Dio mi chiede di amare, di benedire, di essere destinatari delle mie preghiere. Un tedesco, pastore protestante, che per aver predicato contro Hitler finì anche internato nei lager, alla fine della guerra, riacquistata la libertà, al termine delle sue preghiere, pregava sempre anche per Hitler. A chi si meravigliava di questo e gli domandava come facesse a pregare per una persona simile dopo tutto quello che aveva fatto, lui rispondeva: "Ma Gesù è morto in croce anche per lui".

Dio mi domanda di non accettare la situazione di inimicizia come definitiva. Mi domanda di darmi da fare per smuoverla, di cercare di rovesciarla. Mi domanda di non rassegnarmi a che il nemico rimanga tale.
Mi domanda di abbandonare il terreno delle ripicche, delle separazioni e di addentrarmi in quello del perdono, della mano tesa, dell'abbraccio. Dell'amore.
Ma non mi chiede di camminare in questo terreno da solo. Sa benissimo che mi sarebbe quasi impossibile. Mi chiede di prendere la sua mano e di avanzare insieme a Lui, mi è sempre affianco, pronto a sostenermi, ad aiutarmi.
A ricordarmi che con la Croce, Lui ha già perdonato tutti, ma proprio tutti. Me per primo.


(1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38)


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