Il buon ladrone |
Nonostante la recente morte della regina Elisabetta II abbia colpito tutto il mondo, la nostra mentalità fa fatica ad afferrare il concetto di re e di regno. Sono istituzioni che ci sono sempre più estranee.
Invece il punto centrale della predicazione di Gesù è proprio quello di "Regno di Dio".
Ma il Regno di Dio non è un luogo o una situazione o un gruppo di persone. Invece è il fatto che Dio regna e che le potenze che gli sono nemiche (il peccato, la morte, satana) sono vinte. È un regno spirituale.
E anche se sarà pienamente realizzato nel futuro, quando Dio sarà tutto in tutte le cose (cfr. 1Cor 15, 28), è già presente nella persona di Gesù, nella sua predicazione e nelle sua azioni.
E la cittadinanza di questo regno non si ottiene per diritto di nascita, ma viene solo dalla risposta personale, dalla conversione.
Infine, è un regno in cui, se ci saranno dei privilegiati, saranno i 'non aventi diritto': i piccoli, i deboli, i poveri, gli stranieri, tutti quelli che per la società non contano.
Proprio per sottolineare questo significato, quando Gesù si proclama Re in modo solenne, lo fa quando è inerme tradito, passato di mano in mano come un oggetto. Lo fa quando viene dileggiato, sputacchiato, schiaffeggiato, trattato come un re da burla, oggetto di divertimento per la gente e i soldati.
In questo contesto colpisce molto che gli unici due che vedono la realtà regale e divina di Gesù siano un centurione romano (cfr. Lc 23, 47) e un delinquente confesso (che rimane l'unico santo canonizzato direttamente da Gesù).
Quest'ultimo, dà una grande definizione di Dio: "è condannato alla stessa nostra pena". Dio è dentro la nostra sofferenza. Dio viene crocifisso in tutti i crocifissi della storia. Dio entra nella morte perché là entra ogni suo figlio.
Dio ci mostra che il primo dovere di chi ama è di essere insieme con l'amato.
«egli invece non ha fatto nulla di male» Dio non fa il male, a nessuno, mai. Dio fa esclusivamente bene. 'Dio non può che amare' (fr. Roger).
«ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». E Gesù fa di più, lo porta con sé. Come il pastore con la pecorella smarrita, se lo carica in spalla e lo porta a casa: "sarai con me". Mentre tutto il nostro mondo ragiona per esclusioni, per separazioni, per respingimenti alle frontiere, il Regno di Dio avanza per inclusioni, per accoglienze, per abbracci.
- Ricordati di me, prega il peccatore, sarai con me, risponde l'amore.
- Ricordati di me, prega la paura, sarai con me per sempre, risponde l'amore.
- Ricordati di me, prega il peccatore, sarai con me, risponde l'amore.
- Ricordati di me, prega la paura, sarai con me per sempre, risponde l'amore.
Non sarà solo ricordo, ma sarà soprattutto abbraccio che avvolge per sempre, che porta al cuore e nel cuore l'amato per l'eternità.
(2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43)
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