11 maggio 2023

C'è un unico comandamento - 14/5/2023 - VI Domenica di Pasqua

Amatevi gli uni gli altri



Non bisogna leggere in maniera riduttiva l'esortazione di Gesù a osservare i comandamenti. Non si tratta di leggi e regolamenti, prescrizioni e divieti. Qui significano tutti gli insegnamenti di Gesù, che lui stesso riassume in un unico comandamento: «che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 13, 34)
Gesù non introduce un nuovo codice, ma un Vangelo. E questa "notizia che dona gioia" va accolta e fatta diventare ispiratrice del nostro modo di vivere, di agire. Ma in un'ottica di amore e di libertà.

Cristiano non è colui che rispetta una legge, ma chi ha accettato l'invito ad inserirsi in una comunione di vita, in una logica di amore. Cristiano è uno che sa di essere amato: «sarà amato dal Padre mio».
Fermiamoci un momento a considerare l'amore di Dio.

Innanzi tutto è un amore gratuito, immotivato. Cioè non dipende dalle nostre qualità, dai nostri comportamenti. L'unica ragione per cui Dio ci ama non risiede in noi, ma in Lui. Dio ama perché la sua natura è amare, Dio non può far altro che amare. Un amore motivato è un amore umano, un amore senza motivo è divino.
L'amore di Dio è indifferente ai valori, alle qualità delle persone. Dio ama il peccatore non a causa del suo peccato, ma nonostante il peccato, e non smette mai di amarlo. E ama i giusti non certo a motivo della loro buona condotta, delle loro buone azioni.

E questo amore immotivato è anche creativo: Dio non ama ciò che è in sé degno di amore, ma amando dona valore all'oggetto del suo amore. Dio mi ama non perché valgo qualcosa, o perché ho delle qualità o dei meriti, ma io divento 'prezioso', acquisto valore perché Lui mi ama.
L'amore non prende atto dei valori, li crea. Non li verifica, li produce. Amando conferisce valore. L'amore è creatore di valore. Non devo sforzarmi di essere amabile per ottenere il suo amore, ma è il suo amore che mi rende amabile.

L'amore di Dio è anche preferenziale, è la preferenza data ad una persona. E Dio preferisce ognuno di noi, a ognuno di noi dice "Tu sei il mio prediletto". Per Lui ciascuno di noi è un assoluto, non una minuscola parte di un tutto.

E infine l'amore non si rassegna alle rotture, alle divisioni, alla separazione. L'amore crea comunione. Chi ama compie sempre il primo passo verso l'altro, cerca di ristabilire i contatti, di diminuire, di annullare le distanze. Non aspetta che sia l'altro a venire incontro, è lui che fa il primo (ma anche il secondo, il terzo ...) passo. È sempre Dio che, dopo tutte le nostre infedeltà, prende l'iniziativa e ci viene a cercare.

Ma come possiamo rispondere a questo amore? Ce lo dice lo stesso Giovanni  nella sua prima lettera: «se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4, 14). L'evangelista non dice "se Dio ci ha amato, dobbiamo amare Lui", ma «dobbiamo amarci gli uni gli altri». La nostra risposta all'amore di Dio va trasferita sul prossimo. Dio mette sul proprio conto ciò che noi, per quanto riguarda l'amore, "dirottiamo" sul prossimo.
Non c'è nessuno strumento per misurare l'intensità del nostro amore per Dio.
L'unica verifica, la più impegnativa, è data dal mostro amore per il prossimo. Dire di amare Dio e poi disprezzare gli altri esseri umani, anche solo alcuni, fa di noi dei bugiardi: «Se uno dice: "Io amo Dio" e odia suo fratello, è un bugiardo» (1Gv 4, 20).

E sempre Giovanni, nella sua seconda lettera, riassume così:
«E ora prego te, o Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Questo è l'amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell'amore» (2Gv 5-6)


(At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21)


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