18 maggio 2023

Gesù è più vicino di prima - 21/5/2023 - Ascensione del Signore

Ascensione
Salvador Dalì
(olio su tela - 1958)



In genere solo la prima lettura e il Vangelo sono collegate, mentre la seconda lettura è un po' a sé. Invece oggi mi sembra che tutte e tre le lettura siano collegate tra loro da un concetto che si può riassumere in una parola: "forza". Nella prima lettura: «Riceverete la forza dallo Spirito Santo», nella seconda lettura: «la straordinaria grandezza della sua potenza», e nel Vangelo: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra».
Forza e potenza: forza per vivere, potenza per andare senza sosta, per generare nuove nascite. Fede vuol dire entrare nel flusso di vita che alimenta senza sosta tutte il creato. Come credente so che la mia vita è attraversata da una forza più grande di me, che non verrà mai meno e che rende la vita più forte delle sue ferite.
È il flusso di vita di Cristo, che viene come forza ascensionale che porta verso una vita più luminosa, verso più consapevolezza, più amore, più libertà. E ci rende una fonte di nuove nascite per gli altri.

Capire bene l'Ascensione vuol dire capire che il Signore non è andato in una zona lontana del cielo, ma incredibilmente è più vicino di prima. Se prima era insieme con i suoi discepoli, ora è dentro di loro. Non è andato al di là delle nubi, ma al di là delle forme. È asceso nel profondo delle cose, è andato nell'intimo del creato e delle creature. Se prima era vicino, adesso è dentro, nel profondo, nell'intimo. Come ha detto Benedetto XVI: "Ascensione non è un percorso cosmico-geografico, ma è la navigazione spaziale del cuore che ti conduce dalla chiusura in te all'amore che abbraccia l'universo".
L'Ascensione non allontana Gesù, anzi. Ti dà la certezza che in tutti i giorni, in tutte le cose, Cristo è presente ed è forza di ascensione per tutto il creato. Il Signore non devi conquistarlo, non devi raggiungerlo perché è già dentro, si è dato e rimane: «Sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo ».

È 'disceso' lasciando sulla terra quasi niente: un gruppetto di uomini impauriti e sfiduciati. Come sottolinea il Vangelo, gente piena di dubbi. E proprio a queste persone che dubitano ancora, ma anche a noi e alle nostre paure e infedeltà, Lui affida il mondo. Ci spinge a pensare in grande, a guardare lontano, a gettare il cuore oltre. Perché ha fiducia nell'uomo, ha fiducia in me più di quanta ne abbia io stesso; sa che posso diventare lievito, contagiare di Spirito e di vita chi mi è affidato.

E le ultime parole ci regalano il grande sogno: «Battezzate e insegnate a osservare tutto ciò che vi ho comandato».
Battezzare non significa versare un po' d'acqua sulla testa di una persona; significa immergere. Immergere ogni uomo in Dio, farlo entrare nell'abbraccio di Dio, far sì che si lasci sommergere dalla vita di Dio, da quella linfa vitale, fargli incontrare davvero il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
«Insegnate a osservare ...». Ma che cosa ha comandato Cristo, se non l'amore? Allora il suo comando diventa: immergete l'uomo in Dio e insegnategli ad amare, a lasciarsi amare, a donare amore. Tutto il Vangelo sta in questo.
Ascensione è la festa del nostro futuro, è la glorificazione di tutto l'uomo. Con tutto il mio essere, anima spirito e corpo, io muovo verso l'intero Dio. E come Gesù di Nazareth è salito nelle profondità degli uomini, così anche noi un giorno saliremo nelle profondità di Dio.
Andate, immergete e immergetevi in Dio, insegnate ad amare. Siate intermediari di quel miracolo, il più delicato, che è donare speranza, amorevolezza e forza di vita a tutte le creature, tutti i giorni, in tutti gli incontri.


(At 1, 1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20)


Nessun commento:

Posta un commento

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.