Pentecoste Luigi Pagano (tecnica mista su carta) |
Fin dall'inizio c'è una forte tentazione nella Chiesa: vedere nel mondo un nemico, vederlo tutto brutto, tutto cattivo. E a questa tentazione si cede in due maniere:
- una è asserragliarsi nel Cenacolo, cioè rinchiudersi nel proprio guscio, sentirsi una cittadella assediata e quindi pensare solo a sé stessa, alla propria sacrestia, al proprio 'cortiletto';
- l'altra di vedere il mondo come un nemico da sconfiggere, da annientare a forza di anatemi o di crociate variamente armate.
- una è asserragliarsi nel Cenacolo, cioè rinchiudersi nel proprio guscio, sentirsi una cittadella assediata e quindi pensare solo a sé stessa, alla propria sacrestia, al proprio 'cortiletto';
- l'altra di vedere il mondo come un nemico da sconfiggere, da annientare a forza di anatemi o di crociate variamente armate.
È facile dimenticarci che il mondo invece è un'umanità da amare, e da salvare amando. Troppo spesso dimentichiamo che la salvezza non si ottiene 'contro' il mondo, ma 'con' il mondo.
Gli apostoli chiusi «per timore dei Giudei» nella presunta sicurezza del Cenacolo sono la Chiesa che si chiude in sé stessa, la Chiesa autoreferenziale. Una Chiesa che per paura del peccato, chiude fuori dalla porta i peccatori. Anche quelli soltanto presunti tali.
Ma anche la seconda maniera di cadere in tentazione la Chiesa l'ha già vissuta, ad esempio quando Giacomo e Giovanni, di fronte al rifiuto di un villaggio samaritano, chiedono a Gesù: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?» (Lc 9, 54).
Mi colpisce molto l'ironia di Dio (Dio è spesso ironico con noi, Lui è serio ma non serioso, ci canzona per ridere con noi, non di noi), ironia che Lui usa per aiutarci a superare queste tentazioni.
Alla Chiesa che chiude le finestre e i portoni, che si asserraglia in sacrestia, Lui manda «un vento impetuoso» che fa volare le imposte e spalanca i portoni. Che prende gli Apostoli e li spinge fuori, sulle strade e sulle piazze.
Alla Chiesa che invoca «un fuoco dal cielo» che bruci tutti i peccatori, Lui appicca il fuoco sulle loro teste.
Dio manda lo Spirito Santo: vento che spalanca le imposte delle nostre paure e abbatte le porte delle nostre false e meschine sicurezze;
fuoco che incendia d'amore le nostre persone e le nostre vite.
fuoco che incendia d'amore le nostre persone e le nostre vite.
Questa è la Pentecoste, compleanno della Chiesa. Spinta dal vento dello Spirito Santo, riscaldata dal fuoco dell'amore del Padre, e rincuorata dalle parole di Gesù «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi [...] Ricevete lo Spirito Santo».
Dopo duemila anni la modalità è sempre la stessa: visto che «dell'amore del Signore è piena la terra» (Sal 33, 5) non si deve stare sulla difensiva. Il mondo non è brutto e nemmeno cattivo, non dobbiamo combatterlo, né tanto meno abbatterlo.
Dobbiamo accoglierlo nel nostro abbraccio e, con tutto il nostro affetto, affidarlo alle mani colme d'amore di Dio.
(At 2, 1-11; Sal 103; 1Cor 12,3-7.12-13; Gv 20,19-23)
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