10 agosto 2023

Mano tesa per salvare - 13/8/2023 - XIX Domenica Tempo Ordinario




In pratica, dopo aver compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani, Gesù allontana tutti. Prima i discepoli e poi tutti gli altri.
È abbastanza logico che i discepoli, messi su di una barca e mandati dall'altra parte del lago, si sentano abbandonati, soprattutto perché sopraggiunge una tempesta. E, mentre le braccia fanno forza sui remi per guadagnare la riva, gli occhi scrutano nella notte per cercare la rotta giusta.

E nella notte vedono Gesù che va loro incontro. Nel mezzo della tempesta del mare, come nel mezzo delle tempeste della vita, Gesù viene a cercarti, ti viene incontro.

E Pietro, vedendo Gesù, grida: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». A ben guardare sono due domande, una giusta e una sbagliata.
Chiede di andare verso il Signore, domanda bellissima.
Ma chiede di farlo "camminando sulle acque", che è la domanda sbagliata. È il 'miracolismo', che non ha niente a che fare con la fede. Come diceva uno dei membri della commissione che indagava sulle prime apparizioni di Lourdes, 'i miracoli a chi ha fede non servono e a chi non ha fede non bastano'. Non è nei miracoli che si incontra il Signore, ma nei gesti quotidiani, nella polvere delle strade. Nel lavare i piatti ogni giorno, come diceva un'anziana monaca di clausura.

Pietro va verso Gesù. Non ha occhi che per quel volto, e la sua fede gli permette l'impossibile.
Ma come stacca per un attimo lo sguardo dal maestro, la realtà circostante prede il sopravvento, la paura lo vince e inizia ad affondare. Quando non guarda Gesù, vede le onde. Quando non guarda quel viso, vede il vento. Smette di guardare la meta e inizia a vedere le difficoltà.
E allora grida: «Signore, salvami!»

Noi vorremmo avere una fede pura, incrollabile. Ma anche in noi, come in Pietro, convivono la fede e il dubbio. Entrambe sono impastate dentro di noi. Ci fanno compiere cose meravigliose, ma anche sprofondare in profonde oscurità.
Ma basta che, anche con tutti i dubbi, gridiamo come Pietro "Signore salvami", che proprio lì, in quel momento, il Signore ci raggiunge. Proprio nel centro della nostra poca fede Dio si fa vicino. Ci allunga la sua mano, non per accusarci, ma per prendere la nostra e portarci all'asciutto, nel calore del suo abbraccio.



Piccola nota a margine
Mi colpisce l'ironia del fatto che il pescatore viene pescato.
Mi ha fatto pensare ad una cosa, che però vale solo nella lingua italiana, sulla differenza tra 'pescatore' e 'pescatore di uomini'.
La differenza passa sul diverso senso da dare alla parola 'amo'.
Per il pescatore è un sostantivo che indica quel pezzetto di ferro acuminato che ferisce il pesce e permette di toglierlo dall'acqua per farlo morire e poi mangiarlo.
Per il pescatore di uomini è la prima persona singolare, indicativo presente, del verbo 'amare', che indica una mano protesa ad afferrare chi è in difficoltà e trarlo in salvo.


(1Re 19,9.11-13; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33)


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