14 settembre 2023

Dio è colui che perdona - 17/09/2023 - XXIV Domenica Tempo Ordinario




Sono tante le qualità di Dio: può tutto, sa ogni cosa, è misericordioso, è giusto, è padre (e anche madre), è amore, e via dicendo.
Pensando alla raccomandazione di Gesù ad essere «perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt. 5, 48), noi cerchiamo, come possiamo, come riusciamo, con tutti i nostri limiti e difetti, di vivere queste qualità. Ma ce n'è una che ci risulta di estrema difficoltà: perdonare.
Dio è colui che perdona. Il perdono è proprio una delle caratteristiche di Dio. Umanamente parlando il perdono è una follia, una debolezza.

Gesù ci spiega, con questa parabola, le particolarità del perdono di Dio.
Innanzi tutto è del tutto gratuito, è realmente e fino in fondo 'per dono'. È un dono del tutto immeritato e immotivato. Dio non ci perdona perché ci siamo pentiti (anzi, è il suo perdono accolto che suscita il mio pentimento), perché gli chiediamo scusa, perché il nostro errore è piccolo, ecc.. Lui ci perdona per il semplice fatto che siamo esseri umani, sue creature, suoi figli, ed egli ci ama. È questa l'unica causa del suo perdono.
Difatti perdona per primo un debito enorme, impossibile da restituire (10.000 talenti erano pari a circa tutto il gettito della tassazione annuale del regno d'Israele).

L'altra caratteristica del perdono divino è che, come tutti i doni di Dio, per essere efficace, per durare e aumentare nel tempo, dobbiamo condividerlo. Scoprirci perdonati non ci deve far pensare che siamo dei privilegiati, migliori degli altri. Saperci perdonati ci deve insegnare a perdonare. Se non doniamo il perdono ricevuto, finiamo per perderlo.

Con questa parabola Gesù sembra suggerirci che per essere felici sempre bisogna perdonare. La vendetta, il 'fargliela pagare' ci dà al massimo una soddisfazione momentanea, solo il perdono ci dona una pace e una serenità senza fine.
Come scriveva un ragazzo napoletano alla fine di un tema: "Perdono non perché loro meritano il perdono, ma perché io merito la pace"
Il perdono fa bene prima di tutto a noi stessi.





Cercando spunti per questo commento, ho ritrovato un mio vecchio post. Non so dove ho preso questo testo (troppo bello per essere mio) e non avevo indicato la fonte, mi spiace. Ve lo ripropongo (sperando che qualcuno sappia chi l'ha scritto):

Con l'Incarnazione Dio ci dice:
"Accetta il mio perdono. È il mio regalo per te.
Ti perdono tutto.
Ti perdono tutte le volte che nei tuoi fratelli hai visto dei nemici, tutte le volte che li hai sfruttati, umiliati, schiacciati per il tuo interesse.
Ti perdono tutte le cose che anche tu fai fatica a perdonarti, tutte le cose che neanche tu ti perdoni.
Ti perdono tutte le volte che mi hai usato per il tuo egoismo, tutte le volte che hai usato il mio nome per uccidere, tutte le volte che ti sei fatto scudo di me per andare contro gli altri uomini.
Ti perdono tutte le volte che hai rovinato, deturpato, distrutto quel gioiello che è la Terra e che ti avevo affidato perché tu la rendessi ancora più bella.
Ti perdono tutto, ma proprio tutto.
Accogli il mio perdono, per piacere.
E dopo cerca anche tu di perdonare.
Perdona i tuoi fratelli, perdona gli altri esseri umani, sono deboli e impauriti come te.
Perdona te stesso. Perdonati di non riuscire ad essere dappertutto, perdonati di non riuscire a fare tutto, perdonati di non riuscire a prevedere tutto, perdonati di fare scelte che poi si rivelano sbagliate. Perdonati, te ne prego!
E alla fine perdona anche me. Perdonami per tutte le volte che ti sei sentito abbandonato da me, perdonami per tutte le volte ti sei sentito condannato da me, perdonami per tutte le volte che non ti sei sentito amato da me.
"


(Letture: Siracide 27,33-28,9; Salmo 102; Romani 14,7-9; Matteo 18,21-35)


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