23 novembre 2023

Una sola cosa conta: l'Amore! - 26/11/2023 - XXXIV domenica del Tempo ordinario - Cristo Re dell'Universo

Majestas Domini - Cristo in gloria
Altare del duca Ratchis (particolare - 734-744)
Cividale del Friuli



Uno dei sogni di ogni studente è quello di riuscire a sapere in anticipo il testo del compito in classe o le domande che gli verranno fatte all'interrogazione. E Gesù, che come uomo conosce bene questo nostro sogno, come Dio ci dice quali saranno le domande che ci farà nell'esame più grande della storia, quello che chiamiamo il Giudizio Universale.

Non saranno domande difficili, non ci chiederà di parlare di teologia tomista, o se ci ricordiamo quali sono i vizi capitali o le virtù teologali. Non ci chiederà se abbiamo letto le varie encicliche papali o la Bibbia.
Saranno domande elementari, col sapore della vita quotidiana, degli avvenimenti spiccioli di ogni giorno. Si parlerà di mangiare, di bere, di vestiti, di sorrisi e di carezze.
Perché in fondo non sarà un esame irto di domande, ma sarà una chiacchierata tra te e il Signore in cui ci farà rileggere la nostra storia, con le luci e le ombre, con la spiegazione degli episodi incompresi, delle cose di cui non abbiamo capito il senso, afferrato il contesto.
Perché per Dio una sola cosa conta: l'amore! E l'amore è una cosa enorme, ma fatta da milioni e milioni di piccole cose, quelle che non hanno nessuna pretesa, che nessuno nota, neanche tu mentre le facevi. Ma in quel momento, sotto la luce del Signore, risplenderanno di una luce immensa.

"Ho paura che Dio mi mandi all'inferno" dice qualcuno, senza rendersi conto che in fondo questa è un'eresia. Dio non vuole mandare nessuno all'inferno, basta leggere il Vangelo di oggi! Cos'altro poteva fare per salvarci?
A Dio interessa solo il bene: quello compiuto è il Paradiso, la vicinanza a Lui, quello non compiuto pur essendo nelle nostre possibilità è l'inferno, cioè la lontananza da Dio. Dio non manda all'inferno, al massimo sono io che decido di andarci. Perché peggio di un'assenza, c'è una presenza distratta, fatta di un corpo che c'è ma di una mente che è altrove. In un bicchiere d'acqua dato o non dato, in una carezza data o non data, in un sorriso fatto o non fatto c'è nascosta la strada per il Paradiso o l'Inferno.
La scelta tocca a me.



«Questa carota è mia!»
(storiella orientale)

Una vecchia signora morì e fu condotta dagli angeli davanti al trono del Giudizio.
Nell'esaminare i registri, il Giudice non riuscì a trovare neppure un gesto di carità da lei compiuto, a eccezione di una volta che ella aveva regalato una carota a un mendicante affamato.
Tuttavia la potenza di un singolo atto d'amore è tale che fu decretato che sarebbe andata in paradiso proprio in forza di quella carota.
L'ortaggio fu portato in tribunale e consegnato alla donna.
Nell'istante in cui ella lo prese in mano, cominciò a salire come se fosse trainato da un filo invisibile e sollevò con sé la donna verso il cielo.

Comparve un povero, il quale si afferrò all'orlo del suo vestito e fu sollevato in alto con lei; una terza persona si attaccò al piede del mendicante e salì anche lei. Presto si formò una lunga coda di persone che salivano verso il paradiso attaccate alla carota e, per quanto sembri strano, la donna non sentiva il peso di tutta quella gente, anzi, poiché guardava verso l'alto, non la vide neppure.
Salirono sempre più in alto finché giunsero quasi al cancello del paradiso e in quel momento la donna si voltò per dare un ultimo sguardo alla terra e vide dietro di sé quella lunga fila di persone.
Ne fu assai irritata!
Fece con la mano un gesto imperioso e gridò: «Via! Andatevene via! La carota è mia!»
Nel fare quel gesto lasciò andare per un attimo la carota e precipitò giù con tutto il suo seguito.

Non è Dio che ci manda all'inferno
siamo noi che scegliamo di andarci




Letture:
Ezechiele 34,11-12.15-17;
Salmo 22;
prima Corinzi 15,20-26.28;
Matteo 25,31-46


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