04 luglio 2024

Dio non è stanco di noi, è solo stupito - 7/7/2024 - XIV Domenica Tempo Ordinario

impose le mani a pochi malati e li guarì



Vangelo racchiuso tra due 'stupori'. Si apre con lo stupore dei nazaretani allo sentire la dottrina di Gesù, e si chiude con lo stupore di Gesù di fronte alla loro incredulità.

Lo stupore dei concittadini di Gesù non è lo stupore di chi si trova di fronte a qualcosa di estremamente bello. È più una Sindrome di Parigi che una Sindrome di Stendhal. È lo stupore di chi si trova di fronte a una cosa che ribalta completamente ogni nostra visione precedente. È lo stupore di fronte a dei fatti, a delle parole, che scandalizzano.
Sono scandalizzati perché loro, come noi, pensano a un Dio in alto, pastore nell'infinito dei cieli, avvolto da fumi di incenso così densi da impedire di vederlo. Per loro, come per noi, il Figlio di Dio non può venire inginocchiato a terra con mani callose da carpentiere nel catino per lavarci i piedi, non può avere i problemi di Ioses, di Simone suoi fratelli, i problemi di tutti noi. Non c'è niente, non ci può essere niente di divino in tutto questo! Se Gesù usa questi mezzi poveri, non è Dio!

Ci scandalizza l'umanità di Gesù, la sua prossimità a noi, la familiarità di un Dio che abbandona il tempio e si fa nostro vicino di casa, l'inquilino del piano di sopra, diventando il "God domestic", il Dio di casa come diceva la beata Giuliana di Norwich .
Gesù, maestro senza titoli e con i calli alle mani, che racconta Dio con parabole che sanno di casa, di terra, di orto, dove un germoglio, un grano di senape, un fico a primavera diventano personaggi di una rivelazione, ci scandalizza.
Ci scandalizza l'umiltà di Dio. Non può essere questo il nostro Dio. Dov'è la gloria e lo splendore dell'Altissimo?
Eppure è proprio questa la buona notizia del Vangelo: Dio si incarna, entra dentro l'ordinarietà di ogni vita, abbraccia l'imperfezione del mondo, che per noi non è sempre comprensibile, ma per Dio sempre abbracciabile.

La risposta di Gesù al rifiuto dei compaesani non è la condanna, la recriminazione. Lui non si deprime, si meraviglia. E il suo meravigliarsi ci mostra il suo candore, in suo immenso cuore bambino. La sua è una meraviglia che rivela come Dio ha un cuore di luce: «lì non poteva compiere nessun prodigio». Ma subito si corregge: «solo impose le mani a pochi malati e li guarì».
Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione, anche se di pochi, fosse anche di uno solo.
L'innamorato respinto continua ad amare, anche senza ritorno.
Dio non è stanco di noi, è solo stupito.




Letture:
Ezechiele 2,2-5
Salmo 122
Seconda Corinzi 12,7-10
Marco 6,1-6


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