01 maggio 2025

A Dio interessa una sola cosa: "mi ami?" - 4/5/2025 - III Domenica di Pasqua

 
Pesci sul fuoco
(Foto di aliwan suratmaja su Unsplash)

 
L'ultima apparizione di Gesù è raccontata nel contesto della normalità quotidiana.
Gli Apostoli sono tornati là dove tutto ha avuto inizio, al loro mestiere di prima, alle parole di sempre: vado a pescare, veniamo anche noi. A volte, specie nei momenti di buio, di svolta, è bene tornare alle radici, alle sorgenti che hanno alimentato la nostra speranza e la nostra gioia.
 
Dopo la Resurrezione è nel cerchio delle azioni di tutti i giorni che, agli apostoli come a noi, è dato di incontrare Colui che abita la vita e le persone, non nei recinti sacri. È un nuovo inizio che sboccia per grazia, che ci dice che "la fede va di inizio in inizio, attraverso inizi sempre nuovi" (Gregorio di Nissa), che vivere è l'infinita pazienza di ricominciare ogni giorno.
 
Gli apostoli tornano alle radici, e Gesù ritorna da coloro che l'hanno abbandonato, e invece di chiedere loro di pentirsi, di inginocchiarsi, è lui che si inginocchia davanti ad «un fuoco di brace» come una madre che si mette a preparare da mangiare per i suoi di casa. È il suo stile: tenerezza, umiltà, custodia. "Vi chiamo amici, non servi" (cfr. Gv 15,14-15).
Ed è molto bello che chieda: «portate un po' del pesce che avete preso». Il pesce di Gesù e il tuo finiscono insieme e non li distingui più. In questo clima di amicizia e semplicità, seduti attorno a un fuocherello, si svolge il dialogo stupendo tra Gesù e Pietro, uno dei dialoghi più significativi di tutta la letteratura.
 
Gesù, maestro di umanità, usa il linguaggio semplice dell'amore, domande espresse infinite volte, in bocca a tutti gli innamorati: mi ami? Mi vuoi bene?
Il linguaggio delle radici profonde della vita diventa il linguaggio del sacro. La vera religione non è mai separata dalla vita.
A Gesù non importa giudicare né tanto meno assolvere. A Lui interessa un'altra cosa: "Mi ami?"
Per Lui nessun uomo coincide col suo peccato.
La santità non coincide col non aver peccato, ma col rinnovare, adesso e sempre, la nostra amicizia con Gesù. Il paradiso non è popolato da santi, ma è pieno di peccatori perdonati, di gente come noi.
 
C'è l'infinita tenerezza di Dio nelle tre domande, sempre uguali ma sempre diverse, di Gesù: «Simone, mi ami più di tutti?» Pietro risponde con un altro verbo, quello più umile dell'amicizia: ti voglio bene. Anche nella seconda risposta Pietro mantiene il profilo basso di chi conosce il proprio cuore: ti sono amico. Nella terza domanda succede qualcosa di straordinario. Gesù adotta il verbo di Pietro, si abbassa, si avvicina: «Simone, mi vuoi bene?» Dammi affetto, se l'amore è troppo; amicizia, se l'amore ti mette paura. Pietro, sei mio amico?... Mi basterà.
 
Gesù dimostra il suo amore abbassando per tre volte la sua richiesta. Rallenta il suo passo per ridurlo alla nostra misura.
La misura del cuore di Pietro diventa più importante delle esigenze di Gesù. Davanti alla fatica di Pietro, Gesù si dimentica di sé. È questa l'umiltà di Dio. Solo così l'amore è vero.
 
E Gesù, affidando tutto il gregge al cuore timoroso di Pietro, gli dichiara: "Pietro, il tuo desiderio di amare, è già amore".
E lo stesso ripete a tutti noi.
 
 

 
Letture:
Atti 5,27-32.40-41
Salmo 29
Apocalisse 5,11-14
Giovanni 21,1-19
 
 

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