15 maggio 2025

Siamo ricchi di Dio - 18/5/2025 - V Domenica di Pasqua

 
Lavanda dei piedi
chiesa São Bento do Morumbi - San Paolo (Brasile)

 
"Amatevi come io vi ho amato". Il cristiano non è chiamato ad amare. Questo lo fanno più o meno molti, e qualcuno anche in modo da illuminare il mondo. Il cristiano è chiamato ad "amare come Cristo", cioè col suo modo, che inizia dagli ultimi, dai più piccoli, che lascia le 99 pecore per andare a recuperare l'unica dispersa, che arriva ad amare i nemici, a perdonare chi lo stava crocifiggendo.
Gesù sa benissimo che per l'uomo è impossibile amare 'quanto' ci ama Dio. È per questo che ci dice di amare 'come' Lui, cioè con quella maniera, quello stile, quella creatività.
Perché l'amore di Dio è creativo, si adatta all'amato, sa che ognuno di noi è diverso, ha bisogni e sensibilità diverse. Il suo è un amore che non chiude mai la porta, non pronuncia mai un verdetto, non guarda mai al passato. È un amore che apre strade, che indica passi in avanti. Un amore che ti fa debole e allo stesso tempo fortissimo: debole verso chi ami, ma fortissimo contro il male.
È un amore che perdona, ma non giustifica ogni sbaglio. Giustifica la fragilità, lo stoppino smorto, la canna incrinata, ma non l'ipocrisia dei pii e dei potenti. Ama il giovane ricco ma attacca l'idolo del denaro.
Se il male aggredisce un piccolo, Gesù evoca immagini potenti e dure come una macina al collo.
È un amore che per difendere gli agnelli si fa guerriero e lottatore.
Ma se il male è contro di Lui allora è agnello mite, che non apre bocca.
 
«Come io ho amato voi» ci indica un'altra cosa: l'amore cristiano è prima di tutto un amore ricevuto e accolto. L'amore non nasce da uno sforzo di volontà, dalla mia bravura. L'amore viene da Dio: l'amare comincia con il lasciarsi amare. Dio riversa il suo amore in noi come in un'anfora che si riempie fino all'orlo e poi tracima e diventa sorgente per dissetare gli altri.
Non siamo più bravi degli altri, siamo più ricchi. Ricchi di Dio.
 
Terza caratteristica «che vi amiate gli uni gli altri»: tutti, nessuno escluso; guai se ci fosse un aggettivo a qualificare chi merita il mio amore e chi no. È l'essere umano senza altre etichette che sono chiamato ad amare. Ogni uomo, perfino l'inamabile.
Mettere dei limiti, escludere qualcuno, significa escludere Dio dalla nostra vita.
 
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». "Non basta essere credenti, dobbiamo essere anche credibili" (Rosario Livatino). Dio non si dimostra, si mostra.
Ognuno deve farsi, come Gesù, racconto inedito dell'amore di Dio, canale attraverso il quale l'amore, come acqua che disseta e feconda, irrighi tutto il campo del mondo.
 
 

 
Letture:
Atti 14,21-27
Salmo 144
Apocalisse 21,1-5
Giovanni 13,31-35
 
 

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