22 maggio 2025

Il dono dello Spirito - 25/5/2025 - VI Domenica di Pasqua

 
Spirito Santo
(vetrata)
Basilica di san Pietro (Roma)

 
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola». Tutto poggia sulla prima parola: «se». In questa parolina c'è tutto il rispetto amoroso di Dio, che non esprime un ordine o un comando, ma una constatazione: se tu ami il Signore, prenderai ogni sua parola come detta per te, scritta apposta per te.
E viceversa: se non ami Dio, quella parola non si accenderà mai e non ce la farai a vivere da credente.
L'amore è la partenza, la spinta. Perché solo lui dona energia, luce, calore, gioia in tutto quello che fai. Solo l'amore ti fa volare. Volare a osservare e vivere la Sua parola. Ma noi abbiamo subito capito male, come se Gesù avesse detto di osservare i suoi comandamenti per poterlo amare. E invece no, la Parola non coincide con i comandamenti, è molto di più.
La Parola salva, illumina, traccia strade, consola, solleva. La parola fa vivere, semina i campi della vita, incalza. Solo se la ami si accende e ti scalda, ti libera.
 
«Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Passione di Dio è la vicinanza, l'accorciare le distanze, l'unità. Dio non si merita, si accoglie.
Dio cerca casa, e la cerca proprio in me. Forse troverà solo un misero riparo, ma una cosa sola mi chiede: che gli apra il mio cuore. A Lui non basta essere con me alcuni momenti, Lui vuole condividere ogni istante, ogni sentimento. Brindare con me nella gioia, abbracciarmi nella tristezza, asciugarmi le lacrime nel dolore.
 
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace». Pace è il primo saluto del Risorto: «Pace a voi!» (Gv 20,19). La pace biblica è pienezza di vita, non solo fine delle guerre. È un miracolo fragile, ma che si può rinnovare continuamente. È armonia con tutto ciò che vive. «Cristo è la nostra pace» (Ef 2,14) che ci mette in armonia con tutto ciò che c'è, con tutto il creato.
 
«Verrà il Consolatore, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Gesù che non pretende di averci insegnato tutto. I dubbi e i problemi del nostro tempo non sono quelli del tempo di Gesù, ad essi Gesù non ha potuto fornire risposte. Lo hanno sperimentato da subito gli apostoli stessi, quando scrivono ai cristiani di Antiochia: «È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo ...» (prima lettura di oggi), davanti a un problema nuovo che Gesù non aveva potuto affrontare.
Lo Spirito di Dio abita la Chiesa e ogni credente perché possano rispondere creativamente alle nuove sfide, ai conflitti nuovi. Lo Spirito Santo non si rivolge solo ai grandi personaggi, ma convoca tutti quelli che si sentono toccati al cuore da Cristo e non si stancano di cercarlo e di amarlo. Ci fa rinascere come cercatori d'oro, impegnati a inventare luoghi dove si parli con amore dell'Amore.
 
Ed è bellissimo ammirare come lo Spirito Santo abbia ispirato, lungo i millenni e i continenti, tutta una sinfonia di chiese, liturgie, teologie, spiritualità, forme d'arte diverse. Che tutte insieme rivelano il volto di Dio.
È la diversità che rivela il volto di Dio; è la creatività, non l'uniformità.
Dio è sempre oltre.
È tesoro che non finisce.
È sorgente che non smette mai di zampillare.
È vento che non smette di soffiare.
È fuoco che arde senza bruciare
.
 
 

 
Letture:
Atti 15,1-2.22-29
Salmo 66
Apocalisse 21,10-14.22-23
Giovanni 14,23-29
 
 

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