Mi colpisce l'estrema solitudine del protagonista della parabola raccontata da Gesù: non ha nome, non ha volto, non ha moglie, figli, fratelli, parenti, amici. Ha solo tante cose. Per lui esistono solo le cose, anche le persone le riduce a cose, a strumenti per il suo interesse. Il suo sguardo, la sua vista, non vanno oltre il suo ombelico.
È per questo che Dio lo chiama «stolto»
- perché basa la propria sicurezza sull'avere e non sull'essere, sulle relazioni;
- perché crede che avere molti soldi, molte cose, significhi avere molta vita;
- perché si identifica con le cose e non le trasforma in mezzo di comunione con gli altri;
- perché è in adorazione del proprio 'io' e non si mette mai di fronte, e in relazione, ad un 'tu'.
- perché basa la propria sicurezza sull'avere e non sull'essere, sulle relazioni;
- perché crede che avere molti soldi, molte cose, significhi avere molta vita;
- perché si identifica con le cose e non le trasforma in mezzo di comunione con gli altri;
- perché è in adorazione del proprio 'io' e non si mette mai di fronte, e in relazione, ad un 'tu'.
Questo ricco non riuscirà mai a pregare la preghiera insegnata da Gesù nel Vangelo di domenica scorsa. Lui è capace di dire solo "mio". La parola "nostro" per lui non ha nessun senso, non esiste.
Non ha capito che si è ricchi solo di ciò che si ha donato.
"Sono affamato di tutto il pane che ho mangiato da solo, povero di tutti i beni che tengo per me" (Gustave Thibon, filosofo)
Non so perché (forse per contrasto), ma questa parabola mi fa venire in mente il film 'La vita è meravigliosa': cosa avrebbe fatto questo ricco se anche lui, come George Bailey (il protagonista del film) avesse perso di colpo tutte le sue ricchezze?
Lui che ha investito tutta la sua vita sulle cose, avrebbe finito di vivere.
George Bailey, che aveva investito tutta la sua vita sugli altri, invece si è ritrovato molto più ricco di prima, e non solo di beni materiali.
Letture:
Qoelet 1,2;2,21-23
Salmo 89
Colossesi 3,1-5.9-11
Luca 12,13-21
Luca 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».




