21 agosto 2025

La porta è stretta, ma sempre aperta - 24/8/2025 - XXI Domenica tempo ordinario

Porta Santa
Basilica di san Pietro (Roma)


 
«Signore, sono pochi quelli che si salvano?» Gesù non risponde su quanti saranno i salvati, ma sulla modalità con cui verranno salvati. La porta è stretta perché è a misura di bambino: «Se non sarete come bambini non entrerete!» (Mt 18,3).
La porta è stretta, ma i piccoli, i bambini passano senza nessuna fatica. Se punto sui miei meriti non passo, la porta è strettissima. Se punto sulla bontà del Signore, come un bambino che si butta delle mani protese del padre, la porta è larghissima.
Per passare la porta dobbiamo farci piccoli, dobbiamo lasciare andare tutte le 'cose' che abbiamo accumulato nel corso della nostra vita.
 
Dobbiamo lasciar andare le cose materiali, cioè le ricchezze, gli oggetti a cui ci siamo legati.
Dobbiamo abbandonare anche i brandelli di potere e prestigio più o meno gradi che abbiamo raggiunto, tutte le maschere che abbiamo indossato per celare le nostre debolezze e le nostre paure, tutti i ruoli di cui ci siamo rivestiti per prevaricare e scavalcare gli altri.
«Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». Dobbiamo lasciar andare anche tutti quelli che riteniamo i nostri meriti. Tutte le Messe, le preghiere, le pratiche religiose fatte solo per 'salvarci'. E infine dobbiamo abbandonare anche tutte le nostre 'buone azioni'.
 
La porta è stretta ma aperta. È sempre aperta. Quello che Gesù offre non è solo rimandato nell'aldilà. È salvezza che inizia già adesso. È un mondo più bello, più umano, dove ci sono costruttori di pace, uomini dal cuore puro, onesti sempre, e allora la vita di tutti è più bella, più piena, più gioiosa se vissuta secondo il vangelo.
La porta è aperta ed è sufficiente per tanti, tantissimi. Infatti la grande sala è piena, vengono da oriente e da occidente e sono folla ed entrano. Non sono migliori o più umili, non hanno più meriti. Hanno semplicemente accolto Dio per mille vie diverse. Dio non si merita si accoglie.
 
«Voi, non so di dove siete». Tutti abbiamo sentito con dolore questa accusa: "vanno in chiesa, ma poi fuori sono come gli altri, se non peggio...".
Può succedere, se vado in chiesa ma non accolgo Dio dentro di me.
Dio che entra e mi trasforma, mi cambia pensieri, emozioni, parole, gesti. Mi dà i suoi occhi, e un pezzo del suo cuore.
Il Dio della misericordia mi insegna gesti di misericordia, il Dio dell'accoglienza mi insegna gesti di accoglienza e di comunione.
 
 

 
Letture:
Isaia 66,18-21
Salmo 116
Ebrei 12,5-7.11-13
Luca 13,22-30
 
 
 

 
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,22-30)

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici!". Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze". Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!".
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
 
 

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