Questo brano del Vangelo è tutto un gioco di sguardi. Gli invitati osservano Gesù e Gesù osserva gli invitati. Ma sono sguardi molto diversi. Gli invitati osservano per cogliere in fallo. Gesù per trovare la strada per aprire i cuori all'amore di Dio («non sono venuto per condannare, ma per salvare» Gv 12,47).
Gesù nota che i farisei non si sono resi conto che il loro zelo per Dio, a poco a poco, si è trasformato in ricerca della propria affermazione. Gesù allora cerca di correggerli citando un brano del libro dei Proverbi che loro dovrebbero conoscere bene: «Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, perché è meglio sentirsi dire: "Sali quassù", piuttosto che essere umiliato davanti a uno più importante» (Prov 25,6-7).
Non dice questo per umiliarli né tanto meno per dettare un nuovo galateo, ma per ricordare, a loro come a noi, che l'ultimo posto non va scelto per umiltà o modestia, né tanto meno per 'farsi vedere'. Va scelto per amore: mi metto ultimo perché tu venga prima di me, tu abbia il meglio prima di me!
L'ultimo posto non è umiliante, è il posto di Dio. È il posto per chi vuole agire come Gesù, che è venuto per servire e non per essere servito. Gesù ci rivela che il volto del Padre è quello di un Dio 'capovolto', che non se ne sta su nei cieli ad aspettare che noi arriviamo fino a Lui, ma che scende fin sotto i nostri piedi per poterci, da sotto, sollevare fino al suo Regno.
Gesù ci invita, come diceva don Tonino Bello, a "opporre ai segni del potere il potere dei segni". Il linguaggio dei gesti lo capiscono tutti, perché è una lingua che va da un cuore ad un altro cuore. E certi gesti ribaltano totalmente la nostra scala di valori, creano una vertigine, un'inversione di rotta nella nostra storia, aprono la strada per un nuovo modo di abitare la terra. Sono veramente la primizia del Regno.
Ecco perché quando accogli chi non viene accolto, chi viene calpestato, «sarai beato perché non hanno da ricambiarti». La vera gioia la trovi quando fai le cose non per interesse, ma per generosità.
L'uomo per star bene deve dare. È la legge della vita. Perché è la legge di Dio.
È il segreto delle beatitudini: Dio regala gioia a chi produce amore.
Nel Vangelo il verbo "amare" si traduce sempre con il verbo "dare".
Letture:
Siracide 3,17-20.28-29
Salmo 67
Ebrei 12,18-19.22-24
Luca 14,1.7-14
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-14)
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cedigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cedigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

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