Oggi inizia il tempo di Avvento.
Avvento viene da "Ad-ventus", che letteralmente vuol dire "qualcosa che ti viene incontro, che sta venendo verso di te". La Vita, Dio, ci vuole fare un regalo, ci sta mandando qualcosa, ci invia un dono. Lo accoglieremo?
Un giorno un amico mi dice: "Passo da te domani pomeriggio verso le 5". "Sì, ok, d'accordo", gli ho detto. Solo che il giorno dopo sono andato da un'altra parte. Lui è venuto, ma io non c'ero. Non ci siamo incontrati!
Natale è questo: Lui viene. Io ci sarò? Io lo accoglierò?
Per noi l'Avvento è qualcosa di indolore (e per questo anche di insapore), di tranquillo, da vivere al calduccio con le nostre pantofole, sul divano, con un po' di vinello e una buona fetta di panettone. Sì buono, piacevole, ma non è l'avvento del Vangelo.
Oppure è una frenetica corsa alla caccia di regali. Tutto molto 'pieno', ma non è l'avvento del Vangelo.
Il Vangelo di oggi inizia dicendo: "State attenti... vegliate... vigilate". Tre verbi che dicono la stessa cosa.
"State attenti" cioè vedere, guardare: non avere gli occhi chiusi.
"Vegliate" cioè avere l'atteggiamento del cacciatore che nella notte nel buio attende al varco la preda o del ladro che entra nella note nelle case.
"Vigilate" cioè siate svegli, desti. Siate dei risorti!
Il fatto è che a noi non piace essere svegliati. È così: se svegli uno che sta dormendo, lui non ne sarà contento. Perché quando ti svegli scopri che la realtà non è quella che pensavi, o quella che ti eri faticosamente costruito o nascosto.
Il maestro di Gandhi un giorno gli disse: "Non essere felice di aiutare gli altri perché te la faranno pagare. Chi dorme, l'ultima cosa che vuole è essere svegliato. E quando lo farai se la prenderà proprio con te". La gente non vuole verità o essere svegliata; la gente vuole dormire.
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