14 maggio 2020

Quinta domenica di Pasqua 2020

Il Vangelo di questa domenica (Gv 14,1-12) fa parte del discorso di addio che Gesù fa agli apostoli dopo aver lavato loro i piedi la sera del giovedì santo. Sono delle parole che hanno lo scopo di scacciare la paura, di dire che ci sarà un distacco, un allontanamento. Ma che questo non sarà definitivo. È un discorso molto ricco. Mi fa venire il mente il salmo 62: " Una parola ha detto Dio, due ne ho udite"
Ogni parola di Gesù è un mondo, un forziere di significati, uno scrigno di gesti d'amore. Si parla di casa, cuore, posto, cammino, tutte cose comuni, ma che qui diventano segno della presenza divina, del suo amore, dei suoi gesti e delle sue premure per gli uomini.

Gesù non sta per andare in un luogo, ma va al Padre. Ci indica non una meta ma una persona. Non dobbiamo fare una strada, dobbiamo allacciare un rapporto personale. La base, la radice della nostra fede, della nostra vita non sta in quello che facciamo ma nei rapporti che viviamo, soprattutto nel rapporto che viviamo con Dio. Se viviamo un rapporto d'amore allora siamo capaci di compiere gesti d'amore. Non dobbiamo fare le "buone azioni" per poter avere un buon rapporto con Dio, ma dobbiamo avere un buon rapporto con Dio per poter fare le "buone azioni".

Gesù dice di essere la verità. La verità non è una idea, un concetto più o meno astratto. È una persona. E una persona non si può possedere, si può, si deve essere in relazione. Maggiore sarà la nostra relazione con Gesù, più vicina sarà la nostra relazione con la verità.

Ma tutto il discorso di Gesù ci deve aprire alla speranza, ci deve "far cadere in alto" (P. Evdokimov). Gesù vuole farci capire che anche nel momento più buio possiamo scorgere una luce, magari piccola e fioca, ma quella luce è li per noi, perché noi, attraverso di Lui e insieme a Lui, possiamo uscire al sole che viene a illuminare la nostra vita e scaldare il nostro cuore.

Forse questo brano, vista la sua ricchezza, lo potrebbe commentare bene solo un poeta.

A me ha fatto venire in mente, non so perché, due frasi del beato papa Giovanni XXIII.
La prima nella lettera ai bulgari quando lasciò la Bulgaria dopo anni di servizio: "Dovunque io dovessi andare nel mondo, se qualcuno passasse dinanzi alla mia casa, di notte, in condizioni angosciose, costui troverà alla mia finestra un lume acceso. Bussa! Bussa! Non ti domanderò se sei cattolico o no"
E la seconda: Alla mia povera fontana si accostano uomini di ogni specie. La mia funzione è di dare acqua a tutti"

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