15 ottobre 2020

Entrare nella gioia di Dio - 18/10/2020 - XXIX domenica tempo ordinario

Frase famosissima quella di oggi: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». I farisei sembra non abbiano nient'altro da fare che non cercare di 'cogliere in fallo' Gesù.
Ma Gesù non si lascia abbindolare. Chiede di vedere la moneta del tributo, ma non perché non la conoscesse, anzi. Così dalle borse di chi aveva posto la questione usce quella moneta; eppure non era lecito ad un ebreo osservante avere immagini, ma sappiamo bene che gli affari sono affari e nella vita occorre usare i compromessi. Ecco quella moneta messa in mezzo, da imputata diventa testimone d'accusa.
I farisei domandano se è lecito pagare a Cesare. Gesù dice che dobbiamo rendere, cioè tutti dobbiamo pagare per i servizi che raggiungono tutti. Sanità, scuola, strade, servizi vari vanno pagati da tutti perché raggiungono tutti. Evadere le tasse, cioè non restituire, non è seguire ciò che dice Gesù.

Date a Cesare come si dà a Cesare, cioè dò cose per avere cose, ma date a Dio come si dà al Signore. Ma come si dà ad un padre? Cambia la modalità. Deve cambiare il cuore. Da un rapporto di dare-avere dobbiamo passare ad un rapporto filiale, da un rapporto economico dobbiamo passare ad un rapporto d'amore.
A Cesare non si da mai per gioia, ma per dovere. Nella relazione col Padre scopriamo che veramente «c'è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35). A Dio diamo con gioia, non perché ci dia, ma perché ci ha dato. Diamo non per dovere, ma per amore. Diamo per gioia. Diamo per entrare nella sua gioia.

La seconda parte della frase non è un parallelismo della prima. In realtà è un salto di livello totale. Se per vedere l'immagine di Cesare è stata necessaria una moneta, qual è l'immagine di Dio? L'uomo! Noi siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Noi siamo l'immagine di Dio. E allora restituire a Dio, vuol dire anche restituire ai poveri, agli esclusi, agli sfruttati, alle vittime dell'ingiustizia, ai senza voce, ai dimenticati, a tutti i bastonati dalla vita, nessuno escluso, la loro dignità. Dio non incassa i suoi tributi solo in chiesa. Anzi, Lui preferisce incassare agli sportelli dell'umanità.


(Is 45,1.4-6 Sal 95 1Ts 1,1-5 Mt 22,15-21)


Nessun commento:

Posta un commento

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.