01 ottobre 2020

Per Dio amare vuol dire 'non trattenere per sé' - 04/10/2020 - XXVII domenica tempo ordinario

Anche oggi al centro del Vangelo c'è una vigna.
Una vigna piantata e curata con molto amore dal padrone. Un bene amato e prezioso, lasciato poi alla cura di alcuni contadini. E il padrone si fida tantissimo di questi contadini, al punto che se ne va lontano. Dio consegna tutto, la vigna e la passione per la vigna. Dio non tiene niente per sé.
In questo si misura la distanza tra i pensieri di Dio e i nostri pensieri.
Quando noi ci siamo dati da fare, abbiamo faticato e sudato per fare, per ottenere una cosa bella, facciamo fatica a separarcene. Dio invece la vuole condividere. Per Dio amare vuol dire 'non trattenere per sé'.

In cima ai pensieri di Dio c'è la speranza di una vigna goduta insieme, gli uomini e Lui, in una festa senza fine. C'è la condivisione.
In cima ai pensieri umani l'eredità. C'è l'avere, il possedere, il prendere, l'accumulare.

Visto che siamo in una vigna, si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a due ubriacature contrapposte:
- da una parte Dio, ubriaco di speranza e di amore;
- dall'altra l'uomo, ubriaco del sentirsi capo, dell'auto nominarsi padrone.

Ma Dio non si arrende. È così innamorato di noi che dopo ogni tradimento continua a venirci incontro con nuovi servitori, nuovi profeti, con il figlio! Il desiderio di Dio è che gli uomini possano ricevere il frutto di quello che è stato il suo lavoro attento e premuroso. Il desiderio di Dio è che gli uomini possano lavorare responsabilmente dove Dio stesso ha lavorato.

Gesù sta parlando con persone che si sentivano padroni della vigna che Dio aveva affidato al popolo eletto, e gli racconta di qualcuno che si comporta da padrone di qualcosa che non è suo, ma gli è stato affidato. Però Gesù, con la sua vita, ci insegna che ciò che veramente conta è condividere e non trattenere, farsi servi e non desiderare di essere padroni, ascoltare sempre e non credere di sapere già tutto della Sacra Scrittura e di Dio. Sentirsi padroni allontana dai pensieri di Dio e dal suo modo di agire, tanto che quando Gesù fa una domanda sulla reazione del padrone della vigna alla notizia dell'assassinio del figlio, la risposta dei sacerdoti e degli anziani manifesta ancora una volta una logica distante anni luce dalla logica di Dio: Una morte terribile! Li farà morire miseramente!
Questa non è la logica di Dio, perché il nostro Dio non conosce la vendetta, o meglio la sua vendetta è il perdono, è la misericordia, la sua vendetta è che quello che gli uomini rifiutano, scartano, Dio lo sceglie per costruire il suo Regno: suo Figlio sarà la pietra angolare di una nuova costruzione, di una nuova vigna.

Perché Dio non si lascia abbattere dai nostri tradimenti. Lui continua a lavorare per preparare una vigna che darà il vino per il banchetto finale.
Perché se noi ci allontaniamo da Lui, Lui non ci rincorre, Lui ci viene incontro.
Non ci raggiunge alle spalle. Anche se credevamo di avergli voltato le spalle, ce lo troviamo di fronte.
A guardarci negli occhi. Con un amore infinito e mai stanco (Pietro ce lo può confermare per esperienza diretta).


(Is 5,1-7 Sal 79 Fil 4,6-9 Mt 21,33-43)


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