«Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati»
Ma cos'è il peccato?
Innanzi tutto il peccato non va considerato come la semplice trasgressione di una legge. La strada dell'uomo verso Dio non è tappezzata da una selva di cartelli con scritto 'fai questo, non fare quello'. Sulla strada dell'uomo c'è un Dio che vuole allacciare rapporti di amicizia, c'è Dio che propone il suo amore.
C'è un'unica proibizione: non amare.
C'è un unico comando: ama!
Ma l'uomo ha imparato fin da subito a dire di no alla richiesta di amicizia di Dio. E fin dalle prima pagine della Bibbia risuona l'angosciata domanda di Dio: "Adamo, dove sei?"
L'uomo non è là dove dovrebbe essere. È questo il peccato.
Nella lingua ebraica il verbo che traduciamo con 'peccare' significa mancare il segno, fallire il bersaglio. Chi pecca fallisce il bersaglio della propria vita, manca il bersaglio della sua felicità. Peccare quindi non è solo fare del male, ma anche 'farsi del male'.
Il peccato è ciò che impedisce la mia realizzazione, è ciò che sfigura la mia identità.
Nel sogno di Dio noi siamo fatti per costruirci nella relazione con Dio e con gli altri. È per questo che ogni peccato, rifiuto della relazione, è un rifiuto di costruirsi, è un rifiuto di crescere e di realizzarsi. È un immobilismo rinchiuso in sé stesso.
Ma come ci salva Gesù da questo?
Il nome 'Gesù' significa 'Dio salva' (letteralmente "Yahweh [è] salvezza"). Ma, in ebraico, il verbo 'salvare' ha la stessa radice del verbo 'allargare'.
Gesù ti salva 'allargando' la tua vita, immettendo ancora più vita nella tua vita. Gesù espande la tua umanità, rende più grande la tua vita.
Sant'Agostino dice che il nostro cuore è un grande sacco, e che per tutta la vita dobbiamo esercitarci ad allargarlo. Gesù mi salva perché fa spazio in me in modo che il mio sacco si allarghi, perché contenga più gioia, più amore, più amici, più libertà.
Lasciando che Gesù venga in noi, il nostro abbraccio si allargherà sempre più, inizieremo ad abbracciare i nostri cari, ma poi riusciremo a stringere nel calore del nostro cuore anche i vicini, poi sempre più gente, fino a che le nostre braccia, come quelle di Dio, abbracceranno tutto il mondo.
Che il Signore renda il nostro cuore sempre più spazioso!
(Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24)
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