In occasione dell’incontro della Conferenza Episcopale Triveneta dell’8 gennaio 2009 i Vescovi, vista la crisi economica e lavorativa, chiedono alle comunità cristiane rinnovata attenzione nei percorsi di prossimità verso le famiglie.
Chiedono alle Caritas diocesane e alle Commissioni diocesane di Pastorale Sociale e del Lavoro di farsi sempre più strumento educativo della Chiesa locale, affinché, nelle sue diverse articolazioni, sia capace di concrete risposte verso chi è nel bisogno oltre che luogo di riflessione critica. Ciò deve coinvolgere anzitutto i Consigli Pastorali perché promuovano in tutti una maggiore consapevolezza delle cause responsabili dell’attuale situazione, al fine di assumere stili di vita più sobri e sostenibili in termini di giustizia e di solidarietà. Come ha recentemente ricordato il Presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco: “La missione primaria della Chiesa è l’annuncio del Vangelo di Cristo e quindi la formazione delle coscienze. Il suo compito non sarebbe però completo se non aggiungesse all’annuncio la dimensione della carità, della vicinanza e dunque della promozione umana sul piano sociale e su quello culturale (…) La Chiesa non deve e non vuole surrogare lo Stato” (Avvenire, 30.12.08).
Le Chiese del Nord-Est, pertanto, chiedono alle comunità cristiane di condividere questo percorso di prossimità:
• “Per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà quali valori evangelici e al tempo stesso universali” (Benedetto XVI - Omelia del 1° Gennaio 2009).
• Sarà compito insieme dei sacerdoti e dei laici - attraverso i Consigli Pastorali, i Consigli per gli affari economici e gli altri organismi competenti delle Parrocchie - operare un serio discernimento e decidere forme culturali, educative e di solidarietà concreta.
• La Caritas promuova, coordini e sviluppi, dentro la Chiesa locale e le distinte Parrocchie, il percorso di prossimità nello spirito della presente nota.
• Siano coinvolte in questo percorso tutte le realtà ecclesiali e caritative - comprese le comunità di vita consacrata - presenti nelle Chiese locali e - nella maggior misura possibile - enti, istituzioni e singole persone che lo condividono.
• Ogni Diocesi si impegna a rafforzare e a riformulare, nell’attuale situazione, quei servizi - segno di solidarietà e di promozione umana già presenti e per lo più promossi e sostenuti dalla Caritas diocesana - e invita tutti i gruppi, le associazioni e i movimenti di ispirazione cristiana allo stesso impegno.
• Con le Caritas diocesane e gli Uffici diocesani di Pastorale Sociale e del Lavoro i Vescovi si impegnano a vigilare e a discernere l’evolvere della situazione socio-economica pronti ad assumere ulteriori iniziative di condivisione.
Cavallino (Venezia), 8 gennaio 2009
Chiedono alle Caritas diocesane e alle Commissioni diocesane di Pastorale Sociale e del Lavoro di farsi sempre più strumento educativo della Chiesa locale, affinché, nelle sue diverse articolazioni, sia capace di concrete risposte verso chi è nel bisogno oltre che luogo di riflessione critica. Ciò deve coinvolgere anzitutto i Consigli Pastorali perché promuovano in tutti una maggiore consapevolezza delle cause responsabili dell’attuale situazione, al fine di assumere stili di vita più sobri e sostenibili in termini di giustizia e di solidarietà. Come ha recentemente ricordato il Presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco: “La missione primaria della Chiesa è l’annuncio del Vangelo di Cristo e quindi la formazione delle coscienze. Il suo compito non sarebbe però completo se non aggiungesse all’annuncio la dimensione della carità, della vicinanza e dunque della promozione umana sul piano sociale e su quello culturale (…) La Chiesa non deve e non vuole surrogare lo Stato” (Avvenire, 30.12.08).
Le Chiese del Nord-Est, pertanto, chiedono alle comunità cristiane di condividere questo percorso di prossimità:
• “Per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà quali valori evangelici e al tempo stesso universali” (Benedetto XVI - Omelia del 1° Gennaio 2009).
• Sarà compito insieme dei sacerdoti e dei laici - attraverso i Consigli Pastorali, i Consigli per gli affari economici e gli altri organismi competenti delle Parrocchie - operare un serio discernimento e decidere forme culturali, educative e di solidarietà concreta.
• La Caritas promuova, coordini e sviluppi, dentro la Chiesa locale e le distinte Parrocchie, il percorso di prossimità nello spirito della presente nota.
• Siano coinvolte in questo percorso tutte le realtà ecclesiali e caritative - comprese le comunità di vita consacrata - presenti nelle Chiese locali e - nella maggior misura possibile - enti, istituzioni e singole persone che lo condividono.
• Ogni Diocesi si impegna a rafforzare e a riformulare, nell’attuale situazione, quei servizi - segno di solidarietà e di promozione umana già presenti e per lo più promossi e sostenuti dalla Caritas diocesana - e invita tutti i gruppi, le associazioni e i movimenti di ispirazione cristiana allo stesso impegno.
• Con le Caritas diocesane e gli Uffici diocesani di Pastorale Sociale e del Lavoro i Vescovi si impegnano a vigilare e a discernere l’evolvere della situazione socio-economica pronti ad assumere ulteriori iniziative di condivisione.
Cavallino (Venezia), 8 gennaio 2009
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