02 ottobre 2025

Legarsi totalmente ad un Altro - 5/10/2025 - XXVII Domenica tempo ordinario

 
Il dono della vita. Il dono dell'amore.
La creazione di Adamo (particolare)
Michelangelo Buonarroti
(affresco soffitto Cappella Sistina - Roma)

 
«Accresci in noi la fede!»
Ma cos'è la fede.
Non è credere che Dio esiste: gli ebrei lo credono fermamente.
Non è neanche una sfilza di verità da credere, o un complesso di norme da rispettare: i farisei seguivano fedelmente non solo i 10 comandamenti ma anche le oltre 600 regole ebraiche, e Gesù decisamente non è tenero con loro!
Avere fede vuol dire avere fiducia, fare affidamento su di un Altro, legarsi totalmente ad un Altro. È stabilire un legame, una relazione con Dio; non per stare al sicuro, essere protetti, ma per "farsi portare", lasciarsi guidare. È una realtà dinamica, un affidarsi a Qualcuno in vista di un cammino. Si crede per "camminare con".
Non è un qualcosa dato una volta per sempre e sempre uguale. È una situazione da vivere giorno per giorno, a volte con fatica, a volte con gioia. È un cammino sempre diverso, da inventare.
 
Non ci rende dei privilegiati, non ci mette al riparo delle tempeste che si abbattono sui comuni mortali. La fede ci permette di camminare al buio, aggrediti dai soliti elementi ostili, in mezzo alle difficoltà di tutti, alle prese con i problemi comuni dei nostri fratelli, ma con l'unica sicurezza di una Presenza, di una mano che ci afferra, non per sottrarci alle intemperie, ma dopo che abbiamo superato la bufera (come è accaduto a Pietro che rischiava di affondare - Mt 14,31).
La fede non ci dispensa dal duro mestiere di uomini. Non ci spiana la strada. Semplicemente, le dà un senso.
 
La fede che vuole Gesù (e che chiedono gli apostoli) non è quella che ti fa muovere in uno spazio sicuro e ben definito, che ti dice ad ogni passo dove mettere i piedi.
La fede chiesta dagli apostoli ti spinge a camminare secondo l'imprevedibile geografia di Dio, seguire itinerari sconcertanti, esplorare territori sconosciuti, col solo bagaglio di una Parola che ti sloggia continuamente dalle posizioni acquisite («Vattene dalla tua terra, [...] verso la terra che io ti indicherò» - Gen 12,1), che ti obbliga a viaggiare al buio impedendoti di tirar fuori dalle tasche la bussola di una saggezza troppo umana. È una fede che si sforza di tener dietro a un Dio sempre più in là, che sempre ti precede («Egli vi precede in Galilea»» - Mc 16,7).
Non pretende di conoscere la strada prima di partire, ma si preoccupa di non perdere i contatti col Compagno di viaggio.
Non proclama di avere Dio dalla propria parte, ma si preoccupa di mettersi quotidianamente dalla parte di Dio.
 
Insomma, è una fede difficile, che a tratti brilla e a tratti si eclissa, che spesso tormenta e a volte consola. È una fede operante. Una fede che, trasformando radicalmente l'uomo, dà nuova forma al mondo. Una fede "levatrice di Dio". Insomma, la fede dei santi.
 
 

 
Letture:
Abacuc 1,2-3;2,2-4
Salmo 94
2Timoteo 1,6-8.13-14
Luca 17,5-10
 
 
 

 
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,5-10)

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"? Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu"? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"».
 
 

2 commenti:

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