Nel corso di questi anni nel nostro presepe ormai abbiamo messo tutte le statuine necessarie: le pecore, i pastori, il bue, l’asino, Maria e Giuseppe, e infine il Bambino. A questo punto mi pare che manchino solo i Magi.
Belle figure queste. Vengono, portano dei doni, e poi se ne tornano a casa (ma non sono belle per questo).
Innanzi tutto mi pare che siano proprio loro ad iniziare l’abitudine di scambiarsi regali per Natale. Il fatto che sia narrata nel vangelo ci dice che è una bella abitudine. Siamo noi che, in questi anni di consumismo sfrenato, l’abbiamo portata a degenerare. Abbiamo ridotto tutto ad un fatto di denaro. Sappiamo il prezzo delle cose, ma non riusciamo a sapere quanto valgono.
E ci lasciamo talmente prendere da questa ansia di “dover fare” i regali, che dimentichiamo che il regalo più grande è quello che ci viene fatto. Anche se, come i Magi, riuscissimo a regalare “oro, incenso e mirra”, doni degni di un re, i nostri doni sarebbero ben miseri di fronte al dono che ci viene dato: Dio che si fa uomo, Dio stesso si fa dono per noi.
Forse almeno per una volta, davanti al presepe, davanti a Dio, dovremmo presentarci non con le mani piene, ma vuote, disposte solo all’accoglienza.
Ma anche il ritorno è indicativo. Matteo ci dice che “un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. E questo è molto indicativo. Quando si incontra il Signore, si cambia strada. L’incontro con Dio ti cambia dentro. E quando sei cambiato dentro non hai più voglia di percorrere le solite strade, compiere le solite azioni.
Ma ci dice anche un’altra cosa. La conversione è un ritorno a casa. Alla vera casa, quella che il Signore ha preparato per noi.
Pace e benedizione
Belle figure queste. Vengono, portano dei doni, e poi se ne tornano a casa (ma non sono belle per questo).
Innanzi tutto mi pare che siano proprio loro ad iniziare l’abitudine di scambiarsi regali per Natale. Il fatto che sia narrata nel vangelo ci dice che è una bella abitudine. Siamo noi che, in questi anni di consumismo sfrenato, l’abbiamo portata a degenerare. Abbiamo ridotto tutto ad un fatto di denaro. Sappiamo il prezzo delle cose, ma non riusciamo a sapere quanto valgono.
E ci lasciamo talmente prendere da questa ansia di “dover fare” i regali, che dimentichiamo che il regalo più grande è quello che ci viene fatto. Anche se, come i Magi, riuscissimo a regalare “oro, incenso e mirra”, doni degni di un re, i nostri doni sarebbero ben miseri di fronte al dono che ci viene dato: Dio che si fa uomo, Dio stesso si fa dono per noi.
Forse almeno per una volta, davanti al presepe, davanti a Dio, dovremmo presentarci non con le mani piene, ma vuote, disposte solo all’accoglienza.
Ma anche il ritorno è indicativo. Matteo ci dice che “un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. E questo è molto indicativo. Quando si incontra il Signore, si cambia strada. L’incontro con Dio ti cambia dentro. E quando sei cambiato dentro non hai più voglia di percorrere le solite strade, compiere le solite azioni.
Ma ci dice anche un’altra cosa. La conversione è un ritorno a casa. Alla vera casa, quella che il Signore ha preparato per noi.
Pace e benedizione
Qual miglior occasione, dopo aver letto il tuo post, che augurarti un buon natale e felice anno nuovo di cuore a te e famiglia??
RispondiEliminaOnestamente apprezzo molto i tuoi commenti (specialmente su quest'ultimo) sull'avvento... pur se attualmente non mi sento appieno nell'Avvento... stordito e distolto, mi son perso nella strada che conduce alla mangiatoia..
sono passata per fare gli auguri a te e alla tua famiglia
RispondiEliminamarina
@sPunto
RispondiEliminaGrazie per gli auguri.
Per quanto riguarda la strada... non tenere, neanche ai Magi la stella ha brillato sempre, anche loro hanno dovuto a volte andare a tentoni, domandare la strada per arrivare alla mangiatoia.
;-)
@Marina
ti ringrazio di cuore per gli auguri.
@tutti
Auguro un felice Natale e un Anno Nuovo pieno di speranza, gioia e pace del cuore.
Pace e benedizione