San Giuseppe balia asciutta Libro d'Ore composto a Besançon (1450 ca.) Fitzwilliam Museum - Cambridge (UK) |
Penso che il punto culminante del Vangelo di oggi sia quello della 'rivelazione' dell'identità del Bambino all'interno del Tempio, cioè del riconoscimento e dell'omaggio messianico da parte di due anziani: Simeone ed Anna. Questo momento è una specie di cerniera tra l'Antico e il Nuovo Testamento.
La legge ha spinto Giuseppe e Maria a Gerusalemme, lo Spirito Santo muove Simeone ed Anna ad andare al Tempio. L'incontro avviene nel cuore stesso della religione ebraica.
Il 'Nunc dimittis' è un grandioso respiro profetico che tratteggia la futura missione di Gesù in chiave universalistica, è uno spostare l'orizzonte oltre i confini di Israele. Simeone ha «visto la tua [di Dio] salvezza», ma questa salvezza, anche se viene da Israele, non è esclusiva del popolo ebraico, ma è per «tutti i popoli».
La luce folgorante percepita da Simeone, e scaturita dal contesto ordinario di tre umili persone, è destinata ad «illuminare le genti», tutte le genti.
Alla profezia di Simeone si lega quella di Anna. Anche lei indica il Messia. E anche lei viene presentata come un testimone autorevole, nonostante sia una donna, che per l'uso del tempo non poteva dare testimonianza valida. Dopo la profezia cupa di Simeone riguardo alla Madonna (l'immagine della spada) il personaggio di Anna "viene come un sorriso" (Alessandro Pronzato).
Ma un altro tema emerge dalla presentazione di Gesù al tempio: quello della giovinezza. Certo c'è implicato un Bambino, Ma Simeone e Anna, benché dal punto di vista anagrafico siano vecchi, in realtà sono giovani. O meglio, sono riusciti a rimanere giovani.
La loro vita è stata cucita dal filo dell'attesa. Più che accumulare esperienze e delusioni, loro hanno accumulato speranza. Hanno avuto il coraggio dei propri sogni, sono rimasti 'creature di desiderio'. Non si sono lasciati piallare dall'abitudine. Gli anni non hanno inaridito il loro cuore.
Nemmeno la rigidità dell'istituzione e le numerose leggi della Torah, sono riuscite a spegnere la luce del presentimento.
Inseriti nelle rigida struttura del Tempio, i loro occhi sono rimasti puntati verso il futuro.
Così nel Tempio, un bambino di nome Gesù è stato preso in braccio da un fanciullo di nome Simeone e da una ragazzina di nome Anna. La Madre stessa era una fanciulla.
Tutta la scena si svolge in un clima di giovinezza, di stupore, anche se siamo nell'ambiente austero e 'antico' del Tempio. Dio si rivela solo ai bambini, il Regno che si è appena inaugurato è riservato a loro.
Nelle fissità del Tempio, un gruppetto di persone ha rinunciato alle cose vecchie e si è dimostrata disponibile ai 'tempi nuovi'. Non si è accontentato del 'già visto', ma si è aperto al 'nuovo'. Si sono resi disponibili al progetto di un Dio che è sempre nuovo e che fa nuove tutte le cose.
Letture:
Genesi 15,1-6; 21,1-3
Salmo 104
Ebrei 11,8.11-12.17-19
Luca 2,22-40
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