07 dicembre 2020

Facciamo il Presepe una statuina alla volta: MARIA

Riprendo (aggiornando) alcune riflessioni proposte anni fa.*


Domani è l'Immacolata, e allora oggi nel presepe metteremo la statuina di Maria.

Il Vangelo della Natività non riporta neanche una parola della Madonna. E neanche di Giuseppe. Loro due nel presepe custodiscono il silenzio. Avvolgono il Bambino nel silenzio, ed è questo il loro modo di custodirlo.
L'evangelista Luca è quello che ci parla di più di Maria. E usa spesso questa frase: "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore".
Noi viviamo in un tempo in cui l'ultima notizia cancella tutto ciò che è accaduto solo pochi minuti prima. Abbiamo la memoria corta, l'ultima emozione cancella ogni altro sentimento. E in questo modo tutto ci scivola addosso, niente ci rimane, ma soprattutto finiamo per non capire più niente, per essere sballottati qua e la come una foglia secca nella corrente di un fiume tumultuoso.

Invece occorre custodire, avvolgere nel silenzio il mistero. Bisogna leggere gli avvenimenti alla luce della fede. Aprirsi progressivamente (e tante volte anche faticosamente, tra molte incertezze e tanti dubbi) alla rivelazione e alla comprensione.
I "valori" vanno prima di tutto custoditi nel profondo dell'anima, riscaldati da un cuore. Senza una fase di raccoglimento, di meditazione, di interiorità non ci può essere racconto, annuncio.
In fondo sia il "riferire" dei pastori che il "serbare in cuore" di Maria fanno parte di una stessa esigenza missionaria. Si tratta di essere attivi nella contemplazione e contemplativi nell'azione. 'Contempl-attivi', secondo una formula di alcuni anni fa.

Ma c'è un'altra cosa. Maria che offre il Bambino all'adorazione dei pastori è una patena. La Vergine ha letteralmente "messo al mondo" il proprio Figlio. Perché lo ha donato al mondo, agli uomini, ai legittimi destinatari. Maria nel presepe è ostensorio e patena. Compie una specie di liturgia eucaristica, ci dice, senza bisogno di parlare: "Questo è il mio Figlio che è per voi ...". A Betlemme, ossia nella "casa del pane" (perché questo è il significato di 'Betlemme'), Maria offre il proprio Figlio per la fame degli uomini.


* Spunti tratti da "La novena di Natale davanti al presepe" di A. Pronzato - Gribaudi (2001)


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