03 dicembre 2020

Una notizia che dona gioia - 6/12/2020 - II domenica Avvento

Nella versione greca dei 70 (la versione della Bibbia ebraica per gli ebrei della diaspora che non conoscevano l'ebraico), il libro della Genesi iniziava con la parola 'Arché', la stessa che usa Marco per iniziare il suo Vangelo.
Con Gesù non si ha solo una novità esteriore, di facciata, ma si ha un nuovo inizio della storia. È tutto il creato che rinasce, che ha una nuova vita. E questo nuovo inizio è un Vangelo, cioè una "notizia che dona gioia". La venuta di Gesù è all'insegna della gioia, della felicità!
La gioia è sapere che con Gesù è tutto nuovo, non importa ciò che eri, ma ciò che puoi diventare. Perché Gesù fa nuove tutte le cose e tutte le persone.

E per entrare in questa gioia c'è un posto e una strada: il deserto e la conversione.

Il deserto ha un posto molto speciale nella storia di Israele. È il luogo dell'esodo, del percorso di liberazione dalla schiavitù, ma anche del dono della Legge, dell'alleanza con Dio. È un luogo fisico, ma non solo. Soprattutto è un luogo spirituale, è il momento della vicinanza e dell'intimità con Dio, della purificazione, dell'affidamento totale all'abbraccio di Dio.
È quindi naturale che il tempo definitivo della salvezza inizi proprio da qui. Solo dal silenzio, dal riconoscere i nostri limiti e le nostre debolezze, dallo sperimentare che solo da Dio viene la nostra vita, cioè dai doni del deserto, possiamo aprirci all'incontro con Dio, alla novità di Gesù.

È dall'incontro con Gesù, dal lasciarsi 'fare nuovi' da Lui, che nasce la conversione. Conversione non è un semplice 'smettere di fare il male'. È un cambio totale di mentalità, di modo di pensare, di vedere e percepire il mondo. Smetterò realmente di fare il male solo con un cuore nuovo, solo lasciando che il Signore tolga da noi il cuore di pietra e ci dia un cuore di carne (Ez 36, 26-27).
Convertirsi, più che un 'fare' è un 'lasciarsi fare'. Più che cercare di convertirci, dobbiamo lasciarsi convertire da Gesù. Abbandonare le nostre sicurezze, soprattutto quelle su Dio, per aprirci alla novità di un Dio che si fa piccolo, neonato.

La 'Bella Notizia' è proprio questa: il nostro Dio non se ne sta lassù aspettando che noi facciamo di tutto per arrampicarci fino a Lui. No! Il nostro Dio, il Dio di Gesù, scende fino a noi per prenderci in braccio e portarci fino a Lui. Come una madre amorosa ci porta al suo cuore per consolarci, coccolarci e donarci tutto il suo amore.
La buona notizia è che l'unica fatica che dobbiamo fare è lasciarci abbracciare, lasciarci amare. Nulla di più, nulla di meno.

Oggi è san Nicola. Qui a Trieste è san Nicolò che porta i regali ai bambini, non babbo Natale. Faccio a tutti i bambini gli auguri di un BUON SAN NICOLÒ, che sia l'ultimo che dovete passare lontano dai vostri amici!


(Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8)


4 commenti:

  1. Grazie del gradito e bell'augurio.
    Che bello i messaggio di speranza che lasci: lasciarsi fare, lasciar fare a Dio, lo stare più che il fare, il fermarsi più che il correre. Forse è il valore che potremmo ricavare da questa situazione di emergenza. Buona giornata.

    RispondiElimina
  2. Grazie e buona giornata a te.
    Lasciarsi amare è una cosa per niente facile :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certamente ... Alla mia veneranda età è ancora un progetto che sta esplicitando il titolo, figurarsi :)

      Elimina
    2. io, alla mia, non riesco neanche a passare l'esame di ammissione all'asilo nido!

      Elimina

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.