30 giugno 2022

Testimoni di un Dio che è comunione - 3/7/2022 - XIV Domenica tempo ordinario

Guarigione di uno storpio (At 3, 1-8)
Cattedrale Santo Domingo de la Calzada (Spagna)
(mosaico - p. M. Rupnik s.j.)



Brano molto semplice, ma molto ricco quello di oggi.
Innanzi tutto il numero degli inviati. Secondo la tradizione giudaica il numero dei popoli sparsi sulla terra era di 72. Il fatto che Gesù mandi proprio settantadue persone indica che il suo messaggio, la sua missione è rivolta non solo al popolo ebraico, ma a tutti gli esseri umani, nessuno escluso. Nessuno deve sentirsi escluso dall'Evangelo. La 'notizia che dona gioia' è rivolta proprio a tutti i popoli e a tutte le persone.

Li manda a due a due. Per aiutarsi a vicenda, per essere sostegno e condivisione l'uno con l'altro.
Ma anche perché il primo e più importante messaggio è che si è portatori di fratellanza, di unità. La buona notizia è che non sei più solo. Nella gioia come nel dolore, nella vita quotidiana, nei piccoli gesti di ogni giorno non sei da solo. Dio ti è sempre vicino, e anche se lungo il cammino inciampi e cadi, Dio non ti abbandona, ma ti tende la mano per aiutarti a rialzarti, si siede al tuo fianco per lasciarti riposare. Nella comunione dovranno essere testimoni di un Dio che è Comunione.

«Vi mando come agnelli in mezzo a lupi». Non sarà una passeggiata, vanno in mezzo al pericolo, in mezzo al male. Ma non deve essere neanche una crociata. L'unica arma sarà l'amore. Il male non si può vincere con le armi, il male lo si vince solo col bene.
"Finché siamo agnelli, noi viviamo. Se diventiamo lupi veniamo vinti. Perché ci mancherebbe l'aiuto del Pastore, il quale pasce agnelli, non lupi" (s. Giovanni Crisostomo). Usare la violenza, la forza, l'imposizione e la prevaricazione contro il male ci condanna alla sconfitta.

La missione ha luogo nelle case, nel quotidiano della vita di ognuno. Ed è nelle piccole cose di ogni giorno che sono inviati innanzi tutto a portare la pace: «In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”» Portano la pace in due perché la pace non si fa da soli. Si inizia in due in attesa di molti, aperti a quante più persone possibile. Perché la pace vera non è il tacere delle armi, ma la pienezza della vita condivisa.
E la pace porta anche la guarigione: «guarite i malati che vi si trovano». Perché la guarigione inizia quando qualcuno ti si avvicina, condivide con te un po' del suo tempo e un po' del suo cuore. Ci sono malattie inguaribili, ma nessuna è incurabile, nel senso che non esiste malattia di cui non ci si possa prendere cura.

La buona novella è questa: Dio è amore che condivide con te il suo abbraccio trinitario.

Noi non arriveremo alla meta
a uno a uno,
ma a due a due.
Se noi ci ameremo
a due a due,
noi ci ameremo tutti.
E i figli rideranno
della leggenda nera
dove un uomo piangeva
in solitudine
(Paul Éluard)


(Is 66,10-14; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20)


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